Pasqua in Trentino: Trento, Rovereto e Riva

Week end in quel di Trento, tra castelli e borghi medievali davvero affascinanti

Il nostro break primaverile di tre giorni e due notti inizia da Trento e precisamente dal Castello del Buonconsiglio. Il parcheggio qui è abbastanza caro, riusciamo comunque a parcheggiare nei pressi del Castello e decidiamo di lasciare l’auto nello stesso posto fino al pomeriggio, vista la vicinanza degli altri luoghi che desideriamo visitare.

La visita al castello costa 10 euro a persona e può prevedere anche la visita di Torre Aquila. Noi vista l’ora decidiamo di visitare il solo castello, di epoca medievale e residenza dei principi-vescovi di Trento. Da qui la vista è splendida e le montagne sono ad un passo da noi.

Molto scenografico il Mastio, la possente torre costruita all’inizio del XII secolo, la parte più antica dell’intero castello, e la Loggia Veneziana, uno spazio curatissimo e di grande gusto. La visita comprende anche il magno palazzo, di epoca rinascimentale, le prigioni (qui furono incarcerati gli irredentisti Fabio Filzi, Cesare Battisti e Damiano Chiesa), il refettorio e le cantine scavate nella roccia e risalenti al XVI secolo.

Il castello, nel corso dell’800, divenne sede del comando militare austriaco e fu trasformato in caserma, mentre in occasione della prima guerra mondiale una delle sale della giunta albertiana, la sala da pranzo, divenne tribunale militare: qui gli austriaci giudicarono Cesare Battisti colpevole di tradimento.

Prima di proseguire il nostro tour trentino ci fermiamo al ristorante La Cantinota, in Via San Marco. Il rapporto qualità prezzo è ottimale, mangiamo un piatto a testa (bucatini al limone con trota e tagliere di prodotti tipici) oltre ad uno strudel di mele, spendendo meno di 40 euro.

Per raggiungere la prossima meta, il Museo della scienza o MUSE, attraversiamo via Belenzani – dove ammiriamo meravigliosi palazzi di epoche diverse – ed arriviamo in Piazza Duomo, con la fontana del Nettuno e la Cattedrale di San Virgilio. La piazza è molto ampia e coloratissima per via dei palazzi in stili diversi – un paio dei quali presentano splendidi affreschi – che si affacciano su di essa, una delle piazze più belle d’Italia senza dubbio.

Il MUSE è un museo che affascina grandi e bambini. Più che un museo della scienza è un museo di biologia, geologia e storia naturale. Partiamo dalla terrazza panoramica e, via via a scendere, attraversiamo il piano dedicato ai ghiacci, poi quello incentrato sulla biodiversità alpina, quello dedicato alla geologia delle Dolomiti, alla preistoria alpina, mentre il piano terra è destinato alla scienza interattiva, con una serie di giochi educativi. I bellissimi acquari pieni di pesci colorati ci insegnano che le dolomie derivano dall’accumulo di organismi e sali minerali nei mari tropicali che 230 milioni di anni fa si estendevano al posto dell’attuale area alpina.

Ma è giunta l’ora di rimetterci in auto e partiamo alla volta di Riva del Garda, dove soggiorneremo per le successive due notti. Abbiamo scelto il Grand Hotel Liberty, a pochi passi dal centro di Riva. Sfruttiamo una notte con accesso all’area benessere grazie al cofanetto Smartbox e di uno sconto aggiuntivo per una seconda notte.

È sabato sera e ci accorgiamo immediatamente che sarebbe stato meglio prenotare il ristorante! Alla fine, dopo aver girovagato per mezz’ora, riusciamo a trovare un ristorante non ancora al completo, Al vaticano, in Via S. Maria, dove mangiamo risotto al coregone, tartare di manzo e ravioli con formaggio e noci. Per chiudere una deliziosa mousse al cioccolato.

La mattina successiva, un po’ frastornati per via del cambio dell’ora, raggiungiamo Arco di Trento, dove visiteremo innanzitutto il castello. Più che di un semplice castello si tratta di un intero borgo fortificato (è stato ribattezzato, infatti, il “castello delle 120 stanze”): qui c’erano tre cisterne per la raccolta dell’acqua piovana, dei giardini, una biblioteca, una sala per il gioco della palla e varie botteghe di artigiani, oltre ad una piccola Chiesa dove venivano battezzati i neonati.

Per raggiungere il castello di Arco bisogna attraversare il rione medievale di Stranforio, con i suoi vicoli stretti e le bellissime case con i muri in pietra. Si tratta di una passeggiata di circa 25-30 minuti, in salita, ma tutto sommato abbastanza agevole. Il biglietto per la visita al Castello costa 3.50 € e la visita dura circa un’ora. Qui apprendiamo che il nome stesso di Arco deriva da arx, che significa fortezza. Il castello venne distrutto e cadde in rovina nel 1703, in occasione della guerra di successione al trono di Spagna. Visitiamo i resti delle torri, tra cui Torre Renghera, dove si trovava la campana Renga, che chiamava a raccolta il popolo, il bosco di lecci dove i conti catturavano i rapaci che venivano addestrati in falconeria, e il rivellino, ulteriore fortificazione per proteggere il castello dalle incursioni nemiche. Man mano che si sale la vista diventa sempre più mozzafiato.

Ci prepariamo alla discesa e, dopo aver attraversato nuovamente il rione Stranforio, decidiamo di visitare il Parco Arciducale o Arboreto di Arco, a pochi minuti a piedi dal centro della città. Si tratta del parco che circonda la Villa Arciducale che Alberto d’Asburgo fece costruire come sua residenza invernale. L’entrata è gratuita e qui possiamo ammirare alcune piante molto rare tra cui la palma cinese, l’avocado e una gigantesca sequoia centenaria.

È la domenica di Pasqua e non è facile trovare un ristorante senza aver prenotato, mangiamo dunque in un bar su Via Segantini – nel pieno centro di Arco – e poi dopo un breve giro e aver ammirato solo dall’esterno il Palazzo Marchetti, sede del Municipio, e la Collegiata dell’Assunta ci rimettiamo in macchina per tornare verso Riva.

Visitiamo il centro della città, partendo dalla Rocca, che ricorda per la sua posizione il castello di Sirmione, circondato dall’acqua, la Torre Apponale e le principali piazze di Riva, tra cui Piazza 3 novembre – dove si affaccia il palazzo del Comune – piazza Catena, piazza Garibaldi e piazza Cavour.

Prima di tornare in hotel per dedicare il resto del pomeriggio all’area relax con piscina idromassaggio, sauna e bagno turco, percorriamo un breve tratto del Sentiero del Ponale. Il tempo però si sta guastando e il cielo minaccia pioggia, quindi anticipiamo di poco il nostro ritorno alla base.

Questa volta, per la cena, abbiamo prenotato: mangiamo all’Osteria la Contrada, dove gustiamo un antipasto di crudo di mare, maccheroni con fonduta e tartufo e bigoli con sarde e pomodorini.

Il giorno della partenza lo dedichiamo interamente a Rovereto, a circa 45 minuti d’auto da Riva del Garda. Visitiamo il Castello, oggi sede del museo della guerra (il biglietto intero costa 7 euro). Il museo ospita periodicamente mostre temporanee (al momento della nostra visita, “Morire per Trento, soldati italiani e austro-ungarici sul fronte trentino della prima guerra mondiale” e una mostra fotografica dedicata alla guerra aerea e alle bombe atomiche) e una ricca collezione permanente, con focus sulle armi dell’Ottocento, sulla vita in trincea e in prigionia (con numerose testimonianze di soldati) e naturalmente sulla prima guerra mondiale. Molto interessanti le testimonianze e la ricostruzione storica della propaganda, con una serie di volantini e manifesti che miravano ad incrementare l’amor di patria screditando al contempo il “nemico”

Proseguiamo su Via della Terra, cuore del borgo medievale di Rovereto, via del Rialto, arriviamo poi in Piazza Rosmini e proseguiamo per corso Bettini, antica via imperiale con numerosi esempi di edifici settecenteschi. La nostra ultima tappa è il MART, il museo d’arte moderne di Rovereto, la cui architettura estremamente minimal e contemporanea è nota in tutta Italia.

Dopo aver pranzato alla caffetteria del Museo (i prezzi sono davvero convenienti), facciamo il biglietto (11 €) per visitare le mostre temporanee e la collezione permanente. Non ci sono soltanto opere moderne e contemporanee; grazie alla mostra temporanea dedicata, tra gli altri artisti, a Segantini abbiamo l’opportunità di ammirare opere dell’Ottocento e chiudere così nel migliore dei modi il nostro week end di Pasqua in quel di Trento.