Parma e Collecchio, visita ai musei del cibo e ai castelli del Ducato

Arriviamo a Parma un sabato mattina, dopo una prima notte di soggiorno trascorsa a Collecchio, presso l’Hotel Ilga, situato a poco più di un km dalla stazione ferroviaria. La nostra prima tappa è il Complesso della Pilotta, di cui fanno parte la Galleria Nazionale, la Biblioteca Palatina, il Museo Bodoni, il Museo Archeologico e il Teatro Farnese.

Il Teatro, in particolare, è davvero suggestivo. Progettato nel 1617 e costruito interamente in legno e stucchi dipinti, venne poi distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale nel 1944 e successivamente ricostruito nel 1956. Le parti lignee, originariamente decorate, vennero lasciate grezze per mettere in evidenza agli occhi del visitatore le strutture seicentesche ancora visibili.

La Galleria Nazionale, invece, ospita alcuni dipinti di Canaletto, Van Dyck, Parmigianino, Correggio e Leonardo. Molto interessante la sezione Parma per immagini, che custodisce alcuni suggestivi dipinti di scorci e vedute della Parma che fu. Purtroppo, al momento della nostra visita, alcune delle sale della Galleria sono chiuse, per mancanza di personale e visitabili, per fortuna, grazie ad una visita guidata prenotabile gratuitamente in biglietteria.

Dopo la visita proseguiamo poi verso Piazza Garibaldi, punto nevralgico della città, dove spicca il Palazzo del Governatore, sede di mostre ed eventi temporanei. Risaliamo verso Via Cavour, la strada dello shopping per eccellenza, per raggiungere Piazza Duomo, dove si affacciano per l’appunto il Duomo, il Battistero e Palazzo Vescovile con l’annesso Museo Diocesano. Il Museo e il Battistero sono visitabili con un biglietto cumulativo, ma noi decidiamo di proseguire verso Oltretorrente, attraversando il Ponte di Mezzo per raggiungere uno dei quartieri più interessanti di Parma.

Qui proseguiamo verso la celebre via della Salute, dove sorgevano ottocentesche case popolari (salutari per il popolo, secondo il volere di Luisa Maria di Borbone), piccole case colorate e ordinate, ben distanziate tra loro per rendere la vita quotidiana dei suoi abitanti più confortevole.

Collecchio: i musei del cibo

La mattina successiva raggiungiamo i musei del cibo di Collecchio (non facilissimi da rintracciare, nemmeno utilizzando il navigatore), ovvero il museo del pomodoro e il museo della pasta.

Vale davvero la pena di visitarli entrambi per vedere dal vivo le latte – coloratissime e facilmente identificabili – utilizzate per le conserve di pomodoro, gli utensili e i macchinari utilizzati in casa o a livello industriale, le pubblicità e le locandine pubblicitarie d’epoca, nel primo, e antichi mulini per la farina, le trafile utilizzate a livello industriale per dare forma alla pasta, nel secondo, il tutto con utili pannelli esplicativi che illustrano passo passo il procedimento di lavorazione delle materie prime.

Parma e Piacenza, i castelli del Ducato

Prima di far rientro a casa decidiamo di visitare due dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza, ovvero il Castello di Torrechiara e la Rocca Sanvitale di Fontanellato. Il primo, edificato tra il 1148 e il 1460, fu uno strumento di difesa e dimora signorile. Ai piedi del castello è possibile visitare ciò che resta del borgo fortificato, mentre all’interno pregevoli sono la Sala di Giove e quella del Pergolato, le Sale dedicate all’aurora, al meriggio e al tramonto e alla sera.

A mezz’ora di auto da qui, si trova la Rocca Sanvitale a Fontanellato, dove usufruiamo di una visita guidata al costo complessivo di 15 euro per due persone. Le visite guidate partono ad orari programmati e vale la pena di consultare il sito web per prenderne parte. Si tratta di una struttura militare e poi abitativa fino al 1948, quando la Rocca venne acquistata dal Comune.
Celebre è la Sala del Parmigianino, affrescata in 40 giorni dall’artista che lavorò a lume di candela. E sorprendente è la camera ottica, unica in Italia, risalente alla fine dell’Ottocento e realizzata totalmente a scopo ludico e di insegnamento.

La camera, come un periscopio, permette di vedere all’esterno, riflettendo l’immagine su un pannello concavo di colore bianco, grazie ad un gioco di specchi posizionati abilmente. La visita prosegue al piano nobile ammobiliato, dove si può ammirare la sala delle armi e alcuni oggetti di uso quotidiano, tra cui mobili in stile barosso e bellissimi piatti a cappello di cardinale, dove la pietanza principale veniva disposta al centro e sul bordo il ‘contorno’ (da cui deriva il nome stesso). Visitiamo poi la sala della musica, con un clavicembalo del 1600 proveniente dal Teatro dei Sanvitale, e la sala di ricevimento, prima di far rientro alla base.