La Sicilia di Montalbano

Dieci giorni nella meravigliosa Sicilia del Commissario Montalbano, tra le città barocche di Noto e Modica e il mare blu del ragusano

La Sicilia può essere splendida e meravigliosa anche ad Ottobre e, dopo l’esperienza indimenticabile dello scorso anno a Favignana e Castellammare del Golfo, abbiamo deciso di tornare in Trinacria, questa volta visitando la Sicilia di Montalbano, splendido set della fiction della RAI.

Arriviamo all’aeroporto di Catania e trascorriamo 9 notti a Pozzallo – unico comune del ragusano ad affacciarsi sul mare – e 2 notti alla Casa di Montalbano, a Punta Secca, frazione di Santa Croce Camerina. Dieci giorni intensi, all’insegna del sole, del mare e del barocco siciliano, che cercherò di riassumere per fornire ai TPC utili spunti e itinerari di viaggio.

POZZALLO

Qui soggiorniamo presso la Casa Mare Holiday, un appartamento con una grande camera matrimoniale (e due letti a castello), cucina, veranda e comodo bagno. Il tutto spendendo appena 50 euro a notte. Il mare è davvero a 2 passi: la spiaggia del Raganzino si può raggiungere comodamente a piedi e, infatti, è stata la nostra destinazione primaria quando avevamo poco tempo a disposizione e non volevamo allontanarci troppo. La spiaggia, di sabbia scura e fine (simile a tutte le altre che visiteremo nei giorni a seguire), e situata nelle immediate vicinanze del porto, è molto ampia e accogliente. Ad ottobre il mare è ancora caldo e la spiaggia è praticamente deserta.

In alternativa, si può andare verso la spiaggia di Pietre Nere, a pochi passi dal centro abitato e dalla famosa Torre Cabrera (e qui, le foto sono d’obbligo).

RAGUSA

La città di Ragusa Ibla non è altro che la Vigata (e la Montelusa che si vede nella sigla) di Montalbano. Qui, nella città bassa (riedificata su se stessa dopo il sisma del 1693), sono state girate tutte le scene ambientate nella piazza principale di Vigata, che non è altro che Piazza San Giorgio.

Iniziamo la visita dalla città alta (costruita dopo il terremoto) e parcheggiamo in Piazza della Libertà, importante esempio di architettura del Ventennio, e proseguiamo a piedi verso il Ponte Nuovo che si affaccia sulla Cava di Santa Domenica, anticamente utilizzata come area agricola e per l’estrazione della pietra calcarea oltre che per la produzione di farina nei mulini ad acqua.

Qui visitiamo la Cattedrale di San Giovanni Battista, costruita in stile barocco e caratterizzata dalla monumentale facciata e dagli stucchi dorati della fine del Settecento. Poco distante sorge il Collegio di Maria (la Chiesa della Ss. Addolorata), a pianta circolare. Prima di spostarsi verso Ibla vale la pena di visitare il Museo Archeologico Ibleo (gratuito e con orario continuato), dove poter ammirare ricostruzioni di necropoli e importanti reperti del territorio ragusano.

Vale la pena anche di visitare Palazzo Zacco, sede del Museo del tempo contadino. Gli oggetti esposti sono raggruppati seguendo un percorso temporale e non spaziale, rievocando il ritmo dell’anno agrario. Prima di proseguire verso la parte bassa della città, ci dirigiamo verso il Belvedere di Via XXIV Maggio, da cui godere di un bellissimo panorama su Ibla.

Punto di contatto tra Ragusa alta e Ibla è la Chiesa di Santa Maria delle Scale, la più antica della città e set della fiction Il Commissario Montalbano. La Chiesa risale al XIII secolo e la navata destra conserva ancora alcune arcate del XV secolo, in stile gotico e in netto contrasto con la ricostruzione in stile barocco successiva al terremoto.

Da qui si possono percorrere i 300 scalini per raggiungere Ibla, oppure percorrere via Mazzini, o ancora riprendere l’auto e dirigersi verso la città bassa parcheggiando nei pressi di Via Ottaviano. Qui raggiungiamo subito il Duomo di San Giorgio, dalla scenografica facciata a torre preceduta da una lunga scalinata. Da ammirare la cupola in stile neoclassico, aggiunta successivamente nel 1820.

Qui, nella piazza antistante, sono ambientate numerose scene della fiction, così come nei pressi del Circolo di Conversazione di Via XXV Aprile, subito dopo Piazza Pola, dove il dott

Pasquano, medico legale di Vigata, si reca spesso a giocare a poker. Dopo una breve tappa nella Chiesa di San Giuseppe proseguiamo su Via XXV Aprile e raggiungiamo il Giardino Ibleo, un bel parco che ospita al suo interno alcune chiese, tra cui la bellissima Chiesa di San Giacomo, con un pregiato soffitto in legno dipinto del 1754. Da non perdere, dopo distante, l’antico portale di San Giorgio Vecchio, della seconda metà del XV secolo, unica testimonianza rimasta della vecchia Chiesa dedicata a San Giorgio, distrutta durante il sisma del 1693.

SCICLI

Scicli è la città che ospita il Commissariato di Vigata (in realtà il Municipio) e, per questo motivo, non può mancare nel nostro itinerario. Ricca di monumenti, belvederi e palazzi storici, occorre una giornata intera per visitarla come merita. Noi parcheggiamo nei pressi di Piazza Italia e ci dirigiamo subito verso Via Francesco Mormino Penna, dal 2002 patrimonio dell’umanità Unesco.

Con un biglietto cumulativo di 6.50 € è possibile visitare la stanza del Questore (nella realtà, si tratta della stanza di rappresentanza del Sindaco di Scicli), Palazzo Spadaro, la Chiesa di Santa Teresa e il Museo della cavalcata. Dopo aver ammirato gli esterni del Municipio-Commissariato, che anticamente era il convento dell’annessa Chiesa di San Giovanni (fermatevi per una sosta colazione o pranzo al bar Millennium, proprio di fronte alla scalinata del Commissariato), proseguiamo lungo Via Penna dove ci aspetta la visita guidata di Palazzo Spadaro. Qui, nella scenografica sala da ballo, è stato girato un episodio di Montalbano (Le ali della sfinge). L’ingresso a due rampe, una per la servitù e l’altra per la famiglia, conduce nelle meravigliose sale del palazzo, che è stato venduto negli anni ’60 al Comune. Qui apprendiamo il significato dello stemma della città: un leone con le zampe poggiate su tre colli di Scicli, dove tra l’altro sono stati edificati i tre conventi della città, San Matteo, Santa Maria della Croce e la Madonna del Rosario.

Raggiungiamo la Chiesa di Santa Teresa, che dal 1960 è una Chiesa Museo, dove poter ammirare gli affreschi risalenti al 500 del Convento della Croce. Si tratta di un edificio in stile tardo barocco, ma l’abside è in stile rococò, come si può notare per la presenza di decorazioni in oro, floreali e di specchi posizionati sull’altare per accentuare la luminosità della Chiesa.

Il Museo dell’arte contadina e della cavalcata è interamente dedicato alla festa che si tiene nel week end successivo al giorno di San Giuseppe (19 Marzo) e che rievoca la fuga in Egitto della Sacra Famiglia per sfuggire ad Erodo. Vengono create delle bardature floreali per la tradizionale sfilata dei cavalli. La cavalcata, anticamente, era la prima festa di primavera e fungeva da rito propiziatorio per la tutela del raccolto.

Meritano senz’altro una visita la già citata Chiesa di San Giovanni (con il Cristo di Burgos), la Chiesa di San Michele, la Chiesa di Sant’Ignazio (si affaccia su Piazza Italia e conserva, al suo interno, la Madonna a cavallo, in cartapesta, protagonista della Festa della Madonna dei Milici che rievoca la vittoria contro i saraceni) e San Bartolomeo (poco distante da Piazza Italia, con un ricco presepe del 1573). L’esterno della Questura di Montelusa non è altro che la facciata di Palazzo Iacono, nei pressi di Piazza Italia.

Prima di lasciare Scicli, visitiamo il Museo del Costume e della Cucina Iblei, in via Mormino Penna (biglietto d’ingresso: 3 euro). Qui sono conservati, per quanto riguarda l’allestimento relativo al Costume, abiti che vanno dalla fine del 700 alla metà del 900, cappelli femminili che segnano la moda del tempo, abiti da sposa (tra cui uno realizzato nel 1943 con la stoffa di un paracadute), abiti di fine Ottocento che mostrano la moda del verticalismo, con colli alti e gonne a tubo e tanto altro.

La guida ci mostra, poi, l’allestimento della Cucina, dove ammiriamo la ricostruzione della casa di un contadino dell’epoca che, in una sola camera, mangiava, viveva e si riposava. Davvero curiosi alcuni degli attrezzi e utensili (tra cui una pinza per fare le ostie e un attrezzo per sbucciare la frutta), le bilance e gli strumenti per la misura di cereali e liquidi.

CAVA D’ISPICA

A meno di mezz’ora di auto da Pozzallo si trova il Mulino ad acqua, nel territorio di Modica. Si tratta di un mulino risalente al 1700 ed ancora funzionante. Qui viene prodotta, come una volta, la farina integrale che è completamente diversa da quella che si produce oggi. La guida, infatti, ci spiega come oggi sia necessario e pratica comune eliminare sia la buccia sia il germe di grano (il quale irrancidisce velocemente e complica la conservazione). Se, a questo punto, viene aggiunta la buccia si dà origine alla farina integrale, viceversa si produce farina bianca. In entrambi i casi si perderà però il germe di grano che oggi viene somministrato generalmente tramite integratore.

Visitiamo poi il museo, con la ricostruzione di alcuni ambienti della casa, tra cui la cucina, la lavanderia e la stalla (che era una ex chiesa bizantina), e poi vediamo le diverse parti del mulino che oggi sfrutta acqua di riciclo. Il mulino, ci racconta la guida, lavorava 24 ore al giorno e il mugnaio aveva escogitato un curioso espediente per essere “avvisato” ogniqualvolta la macina terminava il suo lavoro e occorreva altro grano.

Visitiamo anche il parco archeologico di Cava d’Ispica, dove sono state rinvenuti villaggi e necropoli rupestri preistoriche. Da segnalare i resti del ginnasio, le catacombe, le abitazioni scavate nella roccia e la piccola chiesetta rupestre di San Nicola, nei pressi del parcheggio, dove sono ancora visibili alcune parti degli affreschi.

NOTO

Noto è la capitale del barocco ed è stata riconosciuta Patrimonio mondiale dell’umanità Unesco. Si può parcheggiare nei pressi di Via Napoli e poi proseguire a piedi lungo via Marconi e poi Corso Vittorio Emanuele, dove si incontrano i monumenti e gli edifici più rappresentativi del barocco siciliano.

Visitiamo la Chiesa di San Francesco e poi il Monastero di Santa Chiara. Qui è possibile acquistare un biglietto cumulativo (4 €) per la visita dell’annesso museo civico, della sala degli specchi di Palazzo Ducezio (il Municipio di Noto) e del teatro comunale. Dopo aver ammirato gli affreschi trompe l’oeil di Palazzo Ducezio, proseguiamo verso la Cattedrale di San Nicolò, con la sua maestosa scalinata e le due torri campanarie, e poi visitiamo Palazzo Nicolaci (il biglietto intero costa 4 €), che offre anche una splendida vista dall’alto della città.

La guida ci racconta che il palazzo apparteneva ad una famiglia borghese, arricchitasi grazie alle tonnare, e che successivamente aveva acquistato titoli nobiliari. Da segnalare la facciata del 1737 con i famosi balconi arricchiti da figure grottesche, la sala da ballo interamente dipinta e adornata da un affresco che raffigura il dio Apollo e Aurora, gli sfarzosi lampadari e, naturalmente, la terrazza panoramica.

Prima di far ritorno a Pozzallo, ci fermiamo nei pressi di Eloro, per visitare la Villa Romana del Tellaro (ingresso gratuito), dove sono custoditi – pressoché integri – dei bellissimi mosaici pavimentali. La Villa Romana venne scoperta per caso durante alcuni scavi nel terreno dove sorgeva una vecchia masseria ottocentesca in stato di abbandono.

MODICA

Modica, la città del cioccolato, è anch’essa Patrimonio dell’umanità Unesco. Si può parcheggiare nei pressi di piazza Matteotti, per proseguire poi a piedi verso Corso Umberto I. Da visitare la suggestiva Chiesa bizantina di San Nicolò Inferiore, risalente al XII secolo. Venne scoperta per caso, nel 1987, da alcuni bambini che giocavano in strada, in un vecchio locale adibito a magazzino e garage. Al suo interno si può ammirare l’abside e alcuni affreschi medioevali, parzialmente conservati e raffiguranti Cristo sul trono, San Pietro e una Mater Domini.

Da segnalare anche il Museo Archeologico Civico e il Museo del Cioccolato, poco distanti dalla chiesa di San Nicolò. Dal museo del cioccolato, in realtà, ci saremmo aspettati qualcosa di più: qui è possibile apprendere la storia del cioccolato di Modica (molto diverso dal normale cioccolato) e ammirare alcune sculture di cioccolato.

Una lunghissima scalinata di 250 gradini consente, poi, di raggiungere il Duomo di San Giorgio (il panorama, da qui, è imperdibile), ricostruito due volte dopo i terremoti del 1613 e del 1693 e definito da Renoir “un miracolo dell’uomo”. Prima di andar via troviamo il tempo per una breve sosta alla cioccolateria Bonajuto, dove abbiamo l’opportunità di assaggiare l’ottimo cioccolato di Modica.

PUNTA SECCA E DONNAFUGATA

La casa di Montalbano, così come la si vede nella fiction, si trova sulla spiaggia di Punta Secca ed è in realtà un bed & breakfast. La casa sorge nella piazzetta poco distante dal faro e dal porticciolo, in un tipico paesino di pescatori. È possibile usufruire delle parti comuni della casa (l’ampio soggiorno e la terrazza sul mare) e, grazie ai locali della zona che fanno abitualmente asporto, cenare in verandina come fa Montalbano è un sogno che diventa realtà!

Bisogna assolutamente pranzare da Sand, un ristorante sul mare (a pochi passi da Enzo al mare, altra importante location della fiction), che fornisce il catering per la serie, fornendo tutto il cibo che si vede in TV. Piatti genuini e incredibilmente economici.

Ovviamente non si può fare a meno di nuotare nello splendido mare di Montalbano, esattamente di fronte alla casa. In caso di vento, basta fare qualche passo in più: adiacente al porticciolo, c’è un’altra bellissima spiaggia.

L’ultimo giorno lo dedichiamo al Castello di Donnafugata, la residenza – nella fiction – di Don Balduccio Sinagra. Si può scegliere di visitare soltanto il Castello – dove sono state girate anche alcune scene de I Viceré – oppure fare un biglietto cumulativo che comprende anche il Parco. Il termine Donnafugata deriva dall’arabo e sta per “fonte della salute”. Tuttavia, una leggenda vuole che il termine si riferisca ad una donna in fuga, Bianca di Navarra, imprigionata nel castello del Conte Bernardo Cabrera che aspirava alla sua mano.

Sono visitabili le 28 stanze del piano nobile, tra cui il bellissimo appartamento del Vescovo, la Sala degli Specchi su ispirazione di quella di Versailles e il salone degli stemmi in stile medievale, dove sono custodite due armature d’epoca.

SPIAGGE

La costa del ragusano è fatta per lo più da lunghe distese di sabbia scura e fine. Il fondale è basso e l’acqua trasparente. Oltre alle già citate spiagge di Pozzallo (bandiera blu 2015), nel ragusano meritano una menzione d’onore la spiaggia di Donnalucata (sul lungomare passeggiavano Ingrid e il Commissario Montalbano), Cava d’Aliga (una frazione di Scicli, una bella spiaggetta protetta dal vento), Sampieri (qui, sorge la fornace Penna, una fabbrica di laterizi in disuso, che nella fiction altro non è che la mannara di Montalbano), Santa Maria del Focallo, Baia di Porto Ulisse (purtroppo, al momento del nostro arrivo, invasa dalla posidonia), Punta Cirica (frazione di Ispica, con il faraglione Iannuzzu all’orizzonte).

Sulla strada del ritorno abbiamo fatto sosta anche a Marzamemi, senza purtroppo fare il bagno. Davvero bella la piazza principale del paese, Piazza Regina Margherita, su cui si affacciano numerosi locali.

Dalle parti di Punta Secca da segnalare anche la spiaggia di Caucana, ottima alternativa quando tira molto vento da ovest e il mare di Montalbano è mosso.